Disabilità e affettività: un’educazione inclusiva alla sessualità.

Nasce a Genova un progetto pionieristico nato dalla collaborazione tra Edusex e Centro Leonardo.

 

Una delle cose che ci regalano più soddisfazione è scoprire che tra i partner della nostra rete prendono vita collaborazioni e, magari, addirittura progetti innovativi.

È proprio quello che sta succedendo grazie all’incontro tra il Centro Leonardo – centro clinico di psicologia dell’età evolutiva – e l’associazione Edusex – specializzata in formazione e consulenza sul tema della sessualità.

 

Abbiamo incontrato la Dottoressa Cristina Potente – psicologa, psicoterapeuta e co-fondatrice del Centro Leonardo – e la Dottoressa Chiara Nardini – psicologa, psicoterapeuta, sessuologa clinica e co-fondatrice di Edusex – per farci raccontare come, dove, quando e perché nasce questa collaborazione.

 

Dove e quando nasce l’idea di una collaborazione tra Centro Leonardo e Associazione Edusex?

«L’idea di cooperare con Edusex è nata da esigenze precise manifestate da molti dei nostri professionisti – racconta Cristina Potente -. Il tema della sessualità lavorando con bambini e adolescenti ha un’importanza centrale nell’accompagnamento che vogliamo poter garantire ai ragazzi e alle loro famiglie. Lo scorso anno, con l’apertura dell’Ambulatorio Autismo, ci siamo resi conto di quanto possa diventare complesso affrontare questo tema in presenza di disabilità; è stato chiaro da subito che fare i “tuttologi” e accontentarci di fornire risposte di buon senso non ci bastava. Così abbiamo contattato la dottoressa Nardini, conosciuta all’interno della rete We Love Moms, e abbiamo chiesto il suo aiuto».

 

Il tema della sessualità nel mondo delle disabilità sembra essere poco trattato o è un’impressione sbagliata?

«Non è un’impressione sbagliata purtroppo, infatti questa collaborazione – continua Chiara Nardini – è stata da subito molto stimolante. Se lentamente l’importanza di una formazione verso una sessualità consapevole sta diventando un concetto abbastanza condiviso, il tema di come questa sfera prenda forma in presenza di disabilità è ancora un grosso tabù. O per lo meno un argomento di cui si parla con maggiore fatica. Quasi come se in presenza di disabilità non ci trovassimo di fronte ad una fisiologica maturazione sessuale e potessimo ignorare l’argomento. Beh, non è cosi!

Edusex si occupa di formazione destinata a professionisti e genitori, collabora spesso con le scuole attraverso percorsi dedicati ai bambini e ragazzi ma in genere le richieste di aiuto sul tema “sessualità e disabilità” si limitano a quelle private delle famiglie.

Vedo in questa cooperazione una grossa chance di aprire – a livello istituzionale – una pagina rimasta chiusa per troppo tempo».

 

In cosa consisterà, in concreto, questa partnership?

«Dopo esserci confrontate abbiamo capito di dover lavorare su più fronti. Da una lato abbiamo attivato degli incontri di supervisione guidati dalla Dottoressa Nardini per i professionisti del Centro Leonardo. In secondo luogo abbiamo immaginato delle occasioni di formazione per entrare più nel dettaglio e fornire alla nostra equipe strumenti concreti con cui poter sostenere i ragazzi e le loro famiglie sulle tematiche legate alla sessualità.

Ma quello che più di tutto ci è sembrato urgente – e stiamo infatti organizzando per il prossimo autunno – è un servizio gratuito di sostegno diretto alle famiglie su questa tematica. Ciò avverrà nella forma di incontri di gruppo dedicati alle famiglie dei ragazzi seguiti dal Centro che ne sentano il bisogno. In queste occasioni non solo si potrà parlare con un professionista qualificato ma anche condividere la propria esperienza con quella di altri genitori. Combattere i tabù e il senso di isolamento delle famiglie è il primo passo senza il quale la sola preparazione dello staff non potrebbe mai essere all’altezza del compito».

 

Questo progetto è unicamente dedicato all’Ambulatorio Autismo?

«Assolutamente no – spiega Cristina Potente – questo è un percorso che deve arricchire tutta la nostra offerta professionale al servizio dell’età evolutiva. Dall’Ambulatorio Autismo è nata la consapevolezza di voler essere più formati e pronti a sostenere su questo tema (anche) i ragazzi con autismo ma la strada che abbiamo intrapreso vedrà coinvolto tutto il centro e sarà messa al servizio di ogni nostro utente e dei suoi familiari».

 

Tutte noi dello staff di We Love Moms siamo davvero molto ammirate e orgogliose di questo progetto nato tra le maglie della nostra rete… e poi si dice che a Genova non c’è mai nulla di nuovo e interessante!! Sarà proprio vero?

Chiara Nardini: «Ancora una volta mi ritrovo ad affermare che per innovare non basta avere una visione…è fondamentale condividere, lavorare in gruppo e mettere a disposizione la propria professionalità per un risultato comune… e questo oggi è il nostro arrivo e la nostra nuova partenza. A Genova.»

Cristina Potente: «Fare rete arricchisce e porta a sviluppare nuove idee e iniziative, pensare di fare tutto da soli è limitante e a lungo andare si rischia di essere poco innovativi e di faticare a stare al passo con i tempi, cosa che sarebbe un grande peccato, soprattutto per chi fa il nostro lavoro!»

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