Bruciori di stomaco in gravidanza? questioni di non accettazione?

Uno dei fastidiosi sintomi che possono presentarsi in gravidanza – tipicamente più nel terzo trimestre – è quello del bruciore allo stomaco.
A livello allopatico il bruciore di stomaco viene tenuto a bada facilmente con alcuni farmaci da banco e alla fine si dà poco peso alla cosa, a meno che il dolore non si faccia prepotente.
Dal punto di vista della Metamedicina®, ovvero di quell’approccio complementare alla medicina tradizionale, che va ricercando le cause profonde di malattie e malesseri nel sistema emozionale della persona, quando lo stomaco duole ci potrebbe essere alla base un problema di accettazione.
Lo stomaco è parte del canale digerente intermedio tra l’esofago e il duodeno; svolge la funzione della digestione: rappresenta appunto la nostra capacità di “digerire” ovvero accettare.
Come nel caso della mastite, anche in questo caso il bruciore ci conduce a emozioni di rabbia.
Cosa potremmo chiederci in prima istanza?
“ è possibile che sia qualcosa (una situazione, una persona, un accadimento..) che non riesco ad accettare e che mi procura rabbia?” (cit. dal Grande Dizionario della Metamedicina di Claudia Rainville).
Ciò che spesso accade attorno ad una donna incinta è che tutti improvvisamente si interessano a lei.
E’ una percezione che molte donne hanno e mi raccontano, quella essere improvvisamente diventata importante, centro di attenzioni (anche non richieste) di madri, suocere, parenti, amici, vicini di casa.
Anche come doula rilevo spesso che durante la gravidanza la donna è portata in palmo di mano e poi, nell’immediato post parto, viene lasciata completamente sola – come se una volta adempiuto al compito di mettere al mondo la creatura non avesse più bisogno o potesse cavarsela da sola.
Spesso per le persone che abbiamo intorno ciò che conta è che il bambino nasca e sia sano, poco importa come sia andato il parto, come stia la donna , come abbia vissuto questa esperienza e di che cosa abbia bisogno in questa nuova avventura da mamma.
Torniamo quindi alla gravidanza e a quello di stato “interessante” della donna incinta
E’ proprio interessante! nel senso che è oggetto di interesse di tutto il quartiere
Ma quando nasce? ma dove partorirai? hai fatto questo esame? hai comprato la tal cosa?
e giù a domande – perlopiù retoriche che non contemplano l’ascolto della risposta – curiosità consigli e attenzioni non richieste.
Tutto questo spesso si amplifica proprio nel terzo trimestre quando si avvicina il momento del parto (uno degli argomenti di maggiore interesse) e poco importa che manchino chissà quante settimane …c’è solo il solito “non è ancora nato??”
Capite bene che ognuna di noi ne ha ben donde di provare rabbia davanti a questo eccesso di consigli e attenzioni che di fatto sottendono una totale mancanza di riguardo per il nostro stato.
Ecco allora che, quando ci troviamo contornate da tutto questo e facciamo buon viso a cattivo gioco … cioè tentiamo di accettare – magari abbozzando anche un sorriso- tutto questo ..il nostro stomaco inizia a bruciare.
Se nella vita di tutti i giorni siamo cintura nera del “mandare giù” qualcosa che proprio non ci va…durante la gravidanza, momento nel quale siamo molto più ricettive, sensibili e tendenti “alla verità” quello della “accettazione” diventa un tema caldissimo.
Quelli che vi ho riportato sopra sono solo alcuni esempi di situazioni possibili in cui una donna incinta possa trovarsi sperimentando la non accettazione ma come facilmente comprenderete questo tema è declinabile in moltissime situazioni diverse.
Ciò che mi preme con questo breve articolo è iniziare ad accendere una lampadina affinché al prossimo bruciore di stomaco possiate, anche solo per gioco, per sperimentare, chiedervi (dal Grande Dizionario della Metamedicina®)
“che cosa non riesco ad accettare?
“ne ho abbastanza dell’eccesso di consigli e attenzioni dei miei cari o di una mancanza di riguardi da parte loro nei miei confronti?
Per qualsiasi altra info, curiosità o se desiderate appronfondire un tema nello specifico, richiesta potete contattarmi direttamente.
scritto da Francesca d’Alessandro